Gli operatori dell'ospedalità privata chiedono certezze e lo fanno nel
corso di un convegno promosso dall'Aiop, l'Associazione italiana ospedalità
privata, sul tema: «Servizio sanitario nazionale. Decreto legislativo 229/99:
una riforma da completare o da abrogare?».
Nella passata legislatura,
ha spiegato il presidente dell'Aiop Emmanuel Miraglia, dopo tormentati
confronti, è stato approvato questo provvedimento. Il programma elettorale del
nuovo governo ne prevedeva la soppressione ma, a metà legislatura il 229 non è
stato completato con la prevista normativa di attuazione nè è stato abrogato o
corretto dal nuovo corso politico. «Il mancato completamento della riforma - ha
osservato Miraglia - non dà certezza agli operatori. Vogliamo sapere quale sarà
il futuro della sanità ». «Sono le Regioni - ha aggiunto - a dover ora
completare il quadro normativo, la parte attuativa della riforma Bindi spetta
proprio a loro».
Alla domanda se rifarebbe il testo della riforma così
come è oggi, l'ex ministro della Sanità Rosy Bindi, ha spiegato che oggi
terrebbe conto delle modifiche al Titolo V della Costituzione e che seguirebbe
una tecnica legislativa «ancor più raffinata, con una legge di principi forti
che individui la coerenza tra questi e i modelli organizzativi».
«Il 229
- ha proseguito Bindi - è stato scritto in un clima di riforma federalista del
paese. Spetta alle regioni applicare le norme del provvedimento e forse
spetterebbe allo stesso ministero della Salute individuare delle coerenze di
sistema se si vuole giustificare l'esistenza di un ministero a prescindere dalla
misurazione della febbre negli aeroporti».
Ma critiche al ministero
della Salute sono arrivate anche nel corso dell'applaudito intervento del
direttore del quotidiano Libero, Vittorio Feltri, che ha ricordato che «nel
programma di governo è scritto di tornare allo spirito della riforma Amato e
quindi abrogare la contro-riforma Bindi. Perchè non viene fatto? Probabilmente
perchè questo governo non ha una politica sanitaria. Se è vero che la spesa
sanitaria incide per il 70% sui bilanci delle Regioni e io fossi il presidente
del Consiglio, cercherei di capire il perchè ». Parlando poi della necessità di
dare piena parità a pubblico e privato, Feltri si è chiesto se «vogliamo un
sistema libero o dirigista e statalista. Sarebbe bene che il governo Berlusconi,
che dice di essere, e dubito, liberal-democratico, dia pari dignità a pubblico e
privato, cosa che oggi non avviene».
L'assessore alla sanità
dell'Emilia Romagna, Giovanni Bissoni, ha evidenziato che «nessun processo
federalista può avvenire senza una leale collaborazione» tra regioni e queste e
il governo. Infine per l'assessore alla sanità della regione Lazio Vincenzo
Saraceni, la riforma Bindi non è «nè da completare nè da abrogare. Essa permane
fino a quando le regioni non metteranno mano alle modifiche». Saraceni ha anche
ricordato che in larga misura il decreto legislativo 229 non è stato ancora
attuato.